Impatto sulla popolazione
A cura di Serena Cerza, Mariarosaria Navarro, Roberta Parrella
E’ oramai accertato che lo smaltimento illecito dei rifiuti – caratteristica peculiare della Terra dei Fuochi – comporti gravi rischi per la salute della popolazione.
Lo smaltimento illecito dei rifiuti comporta dei rischi per la popolazione campana, che ora subisce gli effetti negativi delle scorie tossiche, diossine, metalli pesanti, polveri, nanoparticelle e prodotti chimici, che sono prodotte dalle aziende gestite dagli imprenditori criminali nei loro territori, tra le province di Napoli e Caserta.
Oltre alle sostanze nocive prodotte dalle fabbriche, in questi territori, giungono ogni specie di rifiuti che vengono ammassati e sotterrati in zone di campagna e quindi coltivabili, che possono entrare a contatto con l’organismo umano.
Complessivamente i siti di smaltimento illecito sono 2.767 e più di 1 cittadino su 3, nel dettaglio il 37% dei 354 mila residenti nei 38 Comuni della Terra dei fuochi (19 sono in provincia di Napoli e 19 in provincia di Caserta), vive a meno 100 metri di distanza da uno di questi siti, esponendosi a una elevatissima densità di sorgenti di emissioni e rilasci di composti chimici pericolosi per la salute umana: in casi estremi sono possibili alterazioni del Dna, tumori, in particolare alla mammella, a soffrire d’asma, o all’infertilità e gravi forme di leucemia infantile.
Uno degli allarmi riguarda proprio questi ultimi, i più piccoli, visto l’eccessivo ricovero dei bambini per tumori, ma anche per l’alto numero di malformazioni congenite.
Ci sono dati reali che dimostrano tutto questo, anche se molto spesso vengono omessi. Nell’articolo pubblicato il 6 luglio 2014 dal quotidiano “L’unità” sono riportati alcuni dati che si riferiscono alla mortalità e alle malattie più frequenti nei comuni appartenenti alla Terra dei fuochi. Infatti, c’è un raddoppio rispetto ai dati che normalmente vengono registrati riguardo l’incidenza dei tumori al sistema nervoso centrale dei neonati nel primo anno di vita e del 42% nella fascia di età fino a 14 anni, mentre invece, la mortalità per tumore allo stomaco è più alta del 48% tra i uomini e del 36% tra le donne.
Nonostante le statistiche parlino di numeri freddi ma tristemente reali, di persone che si ammalano e muoiono per davvero a causa di sostanze nocive tipiche della terra dei fuochi, c’è chi continua ancora a dubitare.
Parlare della Terra dei fuochi come se fosse una fake news, è orripilante: non si dà voce alle migliaia di persone che hanno perso la vita.
Eppure, di tanto in tanto spunta un’indagine, una ricerca, una notizia che d’improvviso annulla tutta la verità e la tragicità della «Terra dei Fuochi».
C’è chi sostiene che il tutto nasca da un’invenzione di alcuni pentiti di camorra, chi invece sostiene che sia frutto dell’allarmismo degli ambientalisti del territorio.
Persino figure istituzionali ed altamente rappresentative del nostro territorio hanno affermato che il termine «Terra dei Fuochi» dovrebbe essere cancellato e che non ha più senso parlarne.
I numeri però sembrano dire il contrario!
Nella Terra dei fuochi ci si ammala di tumore e si muore di più rispetto a tutta Italia. Questo è possibile osservarlo nella tabella e nel grafico riportati di lato, i cui dati sono stati raccolti dalla rivista scientifica inglese “The Lancet Oncology” nel 2008.
Negli anni si è detto tanto, ma si è fatto molto poco.
Nonostante gli abitanti di queste terre lo denuncino da tempo e con essi anche numerosi scienziati e ambientalisti, non è stata mai avviata una vera e propria operazione di bonifica dei territori interessati; le istituzioni hanno sempre taciuto e di fatto favorito, con il loro silenzio, il favorire e il proliferare del fenomeno «ecomafia». Tutte le vittime, tutte le loro famiglie, ed anche tutti noi, figli dei fuochi, tutti abbiamo un gran bisogno di verità e di giustizia, ma soprattutto abbiamo il diritto di vivere in pace e senza rischi nella nostra terra.